Villa Pignatelli Florio ai Colli

22 Via Artemisia Gentileschi Palermo

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La villa Florio Pignatelli si trova immersa in un grande appezzamento di terreno che, all’epoca dell’acquisizione da parte dei Florio, era di 19 ettari. La proprietà, già appartenente ai Platamone Moncada, è composta da due edifici di epoca differente: il primo, risalente al 1766, progettato da Giuseppe Venanzio Marvuglia, mentre l’altro, più recente, sorto all’inizio del Novecento, commissionato a Ernesto Basile da Vincenzo Florio senior, che acquistò la tenuta nel 1839 a scopo di villeggiatura.



I due prospetti di villa Florio Pignatelli



Ala Basile


Tra il 1839 e il 1904, la villa fu sottoposta ad interventi di ammodernamento e abbellimento da parte di Giuseppe Damiani Almeyda e successivamente di Ernesto Basile, architetti di fiducia della famiglia.


La decorazione interna fu eseguita in gran parte, tra il 1880 e il 1881, dal pittore monrealese Antonino Leto. «In essi sono ritratti in finti gazebi bellissime scene di festa, di gioco e paesaggi agresti. Entrando nel portone centrale della villa, sotto il porticato in ghisa, nelle pareti della scala che porta al piano superiore si trovano quattro dipinti a tempera che raffigurano nobili, nobildonne, bambini, animali esotici, fiori, piante mediterranee, amici e personaggi della famiglia Florio. Sono opere di ottima fattura e dipinti con estro artistico» (da Ugo Giambona in I luoghi dei Florio, Rizzoli, 2022).

Nel pianterreno della villa, Ignazio senior, subentrato nella proprietà alla morte di Vincenzo, fece realizzare due sale di rappresentanza, di cui una da ballo. Ulteriori migliorie riguardarono gli impianti di riscaldamento e i sanitari.



Decoro vano scala, Antoniono Leto, Paesaggio con gatto e gallinacci



Dettaglio decoro con il pittore Leto e il prof. Cervello


Con il passare degli anni, anche il giardino venne definito negli spazi con l’introduzione di piante rare, elementi di arredo, la costruzione di aiuole e di un caffeàus, un piccolo padiglione decorato con motivi fitomorfici, realizzato in ghisa dalla Fonderia Oretea, produttrice anche di una scala a chiocciola interna e del portico sul prospetto.

Alla scomparsa del padre, Ignazio junior e Franca vi abitarono nel periodo estivo. La scomparsa prematura nella villa della figlia Giovanna nel 1902, portò la proprietà all’abbandono. Nel 1904 fu data in enfiteusi e, tre anni dopo, l’arcivescovo di Palermo, Alessandro Lualdi, la acquistò per conto dell’Opera Pia Istituto Anna Maria Pignatelli, principessa di Roviano, per destinarla ad educandato femminile. Al fine di adeguare i locali alla nuova funzione fu dato incarico ad Ernesto Basile nel 1908. Egli procedette alla costruzione anche della portineria e di un fabbricato adibito a magazzino. Al padre, subentrò il figlio, Giovan Battista Filippo Basile che ultimò i lavori nel 1933.

Fino al 2004, anno in cui la villa passò al Comune di Palermo, l’Opera Pia aveva provveduto alla manutenzione della proprietà. Oggi si trova in stato di abbandono.

 

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