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La collezione della Fondazione Sicilia a villa Zito
Il percorso espositivo di villa Zito si snoda attraverso dieci sezioni che esplorano artisti e movimenti sin dai primi anni del Seicento. Mattia Preti, uno dei protagonisti di quest’epoca, lavorò per numerose committenze siciliane, realizzando opere come Cristo e la Samaritana e Mosè fa scaturire l’acqua, entrambe presenti nella collezione. Insieme a lui, Luca Giordano, Francesco Solimena e Salvator Rosa sono illustri personaggi di un periodo di grande raffinatezza e magnificenza dell’arte napoletana.
Ettore De Maria Bergler, pittore
(Napoli 1850 - Palermo 1938)
Antonino Leto, pittore
(Monreale, PA, 1844 – Capri 1913)
La pesca del tonno
La grande ricchezza proveniente dal mare portò lavoro, impiegando la popolazione locale nelle diverse attività di pesca, lavorazione e conservazione del prodotto ittico. Circa 900 lavoranti tra uomini, donne e fanciulli, il cui numero variava a seconda del pescato, oltre ai tonnaroti, al personale amministrativo e ai facchini.
I dipinti murali a villa Igiea
Il ciclo raffigurato nella sala da pranzo di villa Igiea è un chiaro riferimento alla destinazione sanitaria dell’edificio, coniugato con le ricerche estetiche di fine secolo. E’ all’artista ceco Alfons Mucha che si deve l’ispirazione alle iconografie dipinte da Ettore De Maria Bergler, coadiuvato da Michele Cortegiani e da Luigi Di Giovanni, sotto la direzione di Ernesto Basile. Negli anni in cui avveniva la costruzione della villa, Mucha, molto noto anche negli ambienti artistici siciliani, era al culmine della sua carriera. In particolare, il suo ciclo Les heures du jour, declinato nelle scene Riposo notturno, Fantasticherie serali, Luce del giorno e Risvegli del mattino (1899), richiama i temi che Bergler raffigurò nella sala da pranzo a villa Igiea, trovando una concordanza simbolica con la prima destinazione a sanatorio dell’edificio, inteso come luogo di rigenerazione: la sequenza vita-morte-rinascita, richiamata in Mucha, è tradotta dal Bergler in Profumo del…
Ceramica
[...] La fabbrica produceva linee domestiche destinate alla media ed alta borghesia, ma forniva anche le stoviglie per Villa Igiea, il Grande Hotel et des Palmes, l’educandato Maria Adelaide e altri istituti della città. In questo periodo, tra i grandi collaboratori spicca il nome di Ernesto Basile, l’architetto del liberty palermitano tanto caro alla famiglia Florio.