Ettore De Maria Bergler, pittore


(Napoli 1850 - Palermo 1938)

Allievo di Francesco Lo Jacono, Ettore De Maria Bergler apprese la pittura di paesaggio che seppe rendere in modo lirico e intimo. La successiva frequentazione degli ambienti artistici allora in voga, tra cui quello dei Macchiaioli a Firenze, lo portò alla definizione di una pittura realista, legata ad un gusto ottocentesco.

Tra il 1893 e il 1897, insieme ai colleghi Rocco Lentini, Michele Cortegiani, Luigi Di Giovanni, Francesco Padovani, Enrico Cavallaro, Giuseppe Enea e Onofrio Tomaselli, Bergler ottenne l’incarico prestigioso di decorare il Teatro Massimo, sotto la direzione di Giovan Battista Filippo Basile prima e del figlio Ernesto dopo, per la cui costruzione si prodigò e contribuì economicamente Ignazio Florio senior. La magnifica danza delle fanciulle che si muovono eteree ed eleganti, seguendo un ritmo frenetico, nella sala pompeiana, i cui bozzetti sono conservati presso villa Zito, di proprietà della Fondazione Sicilia, i decori nel palco reale e nel soffitto della sala degli spettacoli rappresentano chiari esempi di maturità artistica e di raffinatezza.



Teatro Massimo a Palermo



bozzetto per Naiadi, Sala Pompeiana, Teatro Massimo



particolare del soffitto della sala spettacoli, Teatro Massimo


Spesso ospite dei Florio, condivise con la famiglia momenti familiari e progettualità, oltre che curiosità ed entusiasmi, come quelli verso i Paesi esotici. Incantati dalle atmosfere affascinanti e dalle suggestioni culturali, i Florio più volte si recarono in Tunisia, accompagnati da amici, tra cui l’amico pittore Ettore de Maria Bergler. Quest’ultimo, seguendo la moda per gli esotismi, diresse tableaux vivants che coinvolsero, tra gli altri, anche personaggi della famiglia Florio.  

Artista versatile e curioso, Bergler si lasciò sedurre anche dalle iconografie che a cavallo tra Ottocento e Novecento circolavano in Europa.


Testimone di una raffinata cultura cosmopolita, fu artefice di una vera e propria sperimentazione a Villa Igea, la cui progettazione ed esecuzione fu diretta da Ernesto Basile. La trama decorativa delle pitture murali nella sala da pranzo, eseguite dal Bergler, coadiuvato da Michele Cortegiani e Luigi Di Giovanni, si compone di richiami al giapponismo e al simbolismo. Protagoniste indiscusse sono le donne, sognanti, voluttuose, femminili ed erotiche, immerse in un’atmosfera fantastica, in uno sfavillio di vegetazione sorprendente, tra boiseries e specchi, attinte dai canoni stilistici liberty e orientali. Traendo ispirazione dalle iconografie di Alfons Mucha, Bergler ha saputo imporre ed interpretare il gusto di un’epoca, sempre alla ricerca di temi insoliti e di tecniche innovative. L’artista approderà così al Liberty, creando a villa Igiea un capolavoro riconosciuto nel mondo che rimarrà un episodio isolato all’interno di una produzione nel complesso eclettica, ma molto legata ai moduli ottocenteschi.



bozzetti per decorazioni di villa Igiea


Per i Florio eseguì anche i ritratti di Giovannuzza (1902), la figlia di Ignazio junior e Franca prematuramente scomparsa, e di Franca (1893), nonchè l’opera Estasi che trovò collocazione nel salone dello yacht Sultana.



Giovannina Florio



I Florio furono anche i committenti dei decori di piroscafi della Navigazione Generale Italiana. Tra questi, quelli nel bari di prima classe del piroscafo Augustus e una grande tela per il fumoir del Principe Umberto (1909).

 

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Donna Franca Florio, 1893