Il ciclo raffigurato nella sala da pranzo di villa Igiea è un chiaro riferimento alla destinazione sanitaria dell’edificio, coniugato con le ricerche estetiche di fine secolo. E’ all’artista ceco Alfons Mucha che si deve l’ispirazione alle iconografie dipinte da Ettore De Maria Bergler, coadiuvato da Michele Cortegiani e da Luigi Di Giovanni, sotto la direzione di Ernesto Basile. Negli anni in cui avveniva la costruzione della villa, Mucha, molto noto anche negli ambienti artistici siciliani, era al culmine della sua carriera. In particolare, il suo ciclo Les heures du jour, declinato nelle scene Riposo notturno, Fantasticherie serali, Luce del giorno e Risvegli del mattino (1899), richiama i temi che Bergler raffigurò nella sala da pranzo a villa Igiea, trovando una concordanza simbolica con la prima destinazione a sanatorio dell’edificio, inteso come luogo di rigenerazione: la sequenza vita-morte-rinascita, richiamata in Mucha, è tradotta dal Bergler in Profumo del mattino, Floralia, quest’ultimo un’allusione ai rituali propiziatori romani che, attraverso canti e danze, invocano la rigenerazione della natura, Profumo della sera, mentre un’intera fascia che corre tra le finestre, sulla sommità della parete a nord, sottolinea e sintetizza il messaggio, attraverso il simbolismo del pavone, che, nella cultura orientale, nei movimenti della coda, diventa manifestazione di una sequenza temporale che conduce alla rinascita, spirituale, oltre che fisica. L’omonima statua collocata in giardino, opera di Ettore Ximenes, ne rimarca il significato e segna la conclusione di un percorso.
dettaglio del pavone
Bergler trae ispirazione dai motivi allora in voga per raffigurare donne flessibili, aggraziate, sognanti, voluttuose, immerse in un’atmosfera fantastica, avvolte in una vegetazione che si dirada via via che la scena procede verso l’alto. Attuando un riferimento alle tecniche, ai cromatismi, così come all’iconografia simbolista, Bergler alterna, infatti, esplosioni di flora lussureggiante, composta da distese di iris, gigli, garofani, papaveri, alberi di melograno, nella quale si muovono cigni e pavoni, tra gli animali più rappresentati dal Liberty, e figure femminili fluttuanti che richiamano le immagini sinuose delle geishe introdotte dal Giapponismo, il fenomeno culturale originario del Giappone che attrasse l’Occidente a partire dalla metà del XIX secolo. Le scene sono inquadrate da specchi e boiseries che sembrano assecondare il movimento serpentino delle immagini.
In quella che all’epoca fu pubblicizzata come «une des premières Stations hinvernales du monde», l’opera di Basile e di Bergler a villa Igiea ha contribuito a creare un capolavoro indiscusso che ancora oggi la annovera tra gli esempi più noti e più importanti del Liberty internazionale.
dettaglio Profumo del mattino
dettaglio Floralia
foto di Valeria Cardella
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