Villino Florio

38 Viale Regina Margherita Palermo

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rappresenta ad oggi uno degli edifici liberty più noti al mondo. Progettato da Ernesto Basile, fu dedicato alla memoria del figlio primogenito di Ignazio junior e Franca, scomparso all’età di 12 anni nel 1879. La funzione iniziale si accordava a quella di padiglione per il relax, nonché luogo di rappresentanza dove la famiglia Florio riceveva ospiti illustri. Note sono le fotografie che ritraggono Franca, elegantemente abbigliata, mentre riceve il kaiser Guglielmo II e la consorte nel parco davanti la villa.

L’edificio, costruito tra il 1899 e il 1900 (gli arredi furono completati nel 1902) dall’impresa dell’ingegnere Pietro Albanese, fu soggetto a ripensamenti fino ad approdare ad un progetto aggregativo di volumi.

Nel villino, «Basile reinterpreta l’architettura siciliana del basso medioevo e del tardo Quattrocento (con rare riprese di motivi romanici e gotici continentali), innestandola in una tipologia nuova, la palazzina suburbana isolata» (Gianni Pirrone, 1989).

L’ingresso principale introduce nel salone con camino. I decori, sia nel prospetto che all’interno, e le tappezzerie fanno uso di un repertorio simbolico tipico del movimento sviluppatosi tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento e che nel villino si esprime attraverso le rappresentazioni floreali che pervadono ogni angolo dell’edificio.

All’esterno il prospetto è movimentato da torrette angolari, bow windows, terrazze porticate, mentre una scala sinuosa si biforca sulla sommità per immettersi nei due ingressi, uno dei quali conduce nella zona di rappresentanza. Il piano inferiore era riservato agli svaghi: un tavolo da biliardo, costantemente presente nelle abitazioni dei Florio, troneggiava nell’ampio salone. Nel piano superiore si trovava un soggiorno e la camera da letto.

Una fontana semicircolare è collocata ai piedi del portico in cima alla scala d’ingresso sul quale si trovava il leo bibens, l’emblema dei Florio raffigurato nell’insegna della bottega «alli Materazzari».

Sotto la guida del Basile operarono i pittori Ettore De Maria Bergler, autore dei decori nei piani superiori, e Giuseppe Enea, e lo scultore Gaetano Geraci, mentre Salvatore Gregorietti eseguì le vetrate e Salvatore Martorella i ferri battuti. Le parti lignee delle stanze e gli arredi, progettati da Basile, vennero realizzati dalla ditta Ducrot (1902-1904), ad eccezione dello scalone eseguito dalla ditta Mucoli di Palermo.

Intorno al 1910, epoca in cui Vincenzo junior andò ad abitare nella villa insieme alla moglie Annina Alliata di Montereale, Basile venne nuovamente chiamato per progettare l’ampliamento dell’edificio. Tale intervento non venne mai realizzato a causa della prematura scomparsa di Annina nel 1911, vittima di un’epidemia di colera. L’anno successivo Vincenzo conobbe la francese Lucie Henry con la quale andò a convivere, convolando a nozze nel 1931. Con il sopraggiungere della crisi economica della famiglia, il villino fu venduto nel 1918. Nel 1962 un incendio doloso ne distrusse gli interni che furono restaurati, ricostruendo fedelmente gli ambienti.

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